I poveri hanno un nome non i mondani
XXVI Domenica del Tempo Ordinario/C - papa Francesco, a cura di Gianfranco Venturi
16,19-31 Il nome e l’aggettivo
“Religione del fare” e “religione del dire”.
Siamo sul tracciato della riflessione portata avanti nei giorni precedenti quando si parlava della “religione del fare” e della “religione del dire”. Lo spunto ci viene dato dai due personaggi evangelici
L’uomo ricco, descritto come uno «che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo» e che «ogni giorno si dava a lauti banchetti». Una caratterizzazione anche un po’ forzata che vuole, cioè, mostrarci una persona che aveva tutto, tutte le possibilità. Di fronte a lui c’è «un povero, di nome Lazzaro» che «stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe».
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