Il 30 e 31 dicembre una quarantina di giovani del Movimento Giovanile Salesiano del Triveneto ha vissuto due intense giornate di servizio e animazione presso l’Istituto Penale Minorile di Treviso. Accompagnati da don Lorenzo Piola, i giovani, divisi in due gruppi di circa venti persone per ciascuna giornata, hanno condiviso tempo, gioco, ascolto e relazioni con i ragazzi detenuti, offrendo una presenza semplice ma significativa nel cuore delle festività di fine anno.
Si tratta di un’esperienza ormai consolidata nel tempo, che il Movimento Giovanile Salesiano porta avanti da diversi anni, soprattutto nei periodi di vacanza, come il Natale e l’estate. Una scelta educativa chiara, in piena continuità con lo stile di don Bosco, che invita i giovani a non tirarsi indietro, ma a mettersi in gioco là dove la vita è più fragile e chiede attenzione, pazienza e speranza.
Ad accogliere il gruppo, come sempre, don Otello Bisetto, cappellano del carcere di Treviso, che accompagna con discrezione e dedizione il cammino umano e spirituale dei ragazzi detenuti. La collaborazione con la cappellania è un elemento prezioso, che permette a queste giornate di inserirsi con rispetto e continuità nella vita dell’istituto.
Visitare chi è in carcere è una delle opere di misericordia spirituale, e queste giornate ne sono un’espressione concreta. Non si tratta solo di “fare qualcosa”, ma di esserci, di condividere tempo e umanità, riconoscendo nell’altro una persona prima ancora della sua storia o delle sue fragilità.
L’Istituto Penale Minorile di Treviso è una realtà di dimensioni contenute, ma che accoglie un numero di ragazzi superiore alle sue capacità. Come molti IPM in Italia, vive le fatiche comuni del sistema penale minorile: risorse limitate, bisogno di educatori, attenzione crescente al reinserimento e alla dimensione educativa della pena.
La proposta di questo servizio, da parte del MGS, vissuto con semplicità e continuità, è una strada educativa forte, capace di formare i giovani che lo vivono e di portare un segno di speranza là dove spesso è più difficile intravederla.