26/04/2023

Festa ispettoriale 2023

Giornata di festa per i salesiani

Giornata di festa per tutti i salesiani dell’Ispettoria INE nel giorno del santo patrono san Marco. Trovatisi presso l’opera di Verona don Bosco, dopo la preghiera iniziale guidata dal vicario ispettoriale don Paolo Pontoni, con affidamento a sant’Artemide Zatti, l’Ispettore don Igino Biffi ha dato il saluto iniziale a tutti i confratelli, in modo particolare ha voluto dare l’accoglienza ai due nuovi salesiani che a settembre hanno fatto la loro prima professione (Andrea e Filippo). Ha poi dato alcune informazioni sulla salute di alcuni confratelli che non hanno potuto essere presenti in questa giornata. Infine ha ricordato i confratelli defunti nell’anno appena trascorso, prima di lasciare la parola al Regionale don Juan Carlos Perez Godoi che ha tenuto una conferenza sul tema “costruire un futuro di speranza”. 

Costruire un futuro di speranza

Il Regionale, ormai giunto quasi al termine della visita straordinaria, ha ricordato che è compito dell’Ispettore costruire la comunione ispettoriale dicendo che la Festa che stiamo vivendo serve proprio a questo. 
Passando poi al tema principale “Costruire un futuro di speranza”, ha raccontato attraverso un aneddoto che se guardiamo i dati statistici della Regione Mediterranea salesiana, questi sono preoccupanti. Ma, ha ricordato, la vita religiosa non si fonda sui dati statistici. “La prima cosa da capire è che dobbiamo costruire la speranza. La fragilità fa paura, ma la nostra fragilità viene vinta da Dio”.  
"I tempi - ha proseguito - sono cambiati, non si può fare riferimento ai tempi di una volta (che sembrava più roseo…). Solo con la speranza possiamo affrontare il futuro”. E in questo i salesiani sono chiamati a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo. 
Tantissimi salesiani continuano a lavorare indefessamente, con dedizione, creatività, anche da anziani. Non vanno quindi guardati i dati statistici, ma il lavoro fatto con fedeltà tutti i giorni.  Sempre di più stiamo raggiungendo i giovani più poveri. C’è grande riconoscenza per il lavoro dei salesiani per i giovani da parte della gente. I salesiani sono nei luoghi di frontiera e apprezzano molto questa cosa.  Ci sono molti laici che condividono con noi la missione salesiana. La fecondità vocazionale non si vede solo nel numero dei consacrati, ma nel vedere che giovani e adulti realizzano il progetto di Dio su di loro nel carisma salesiano.  Noi raggiungiamo moltissimi giovani. La nostra è una realtà di qualità e qualificante".

I giubilei salesiani

Terminata la conferenza, dopo una breve e simpatica pausa con l’intrattenimento dei salesiani tirocinanti, si è passati al ricordo dei giubilei: 23 salesiani hanno ricordato l’anniversario della loro ordinazione religiosa e 22 invece l’anniversario della loro ordinazione presbiterale. È stato donato loro un quadretto dove è stato riportato ciò che scrissero nella loro lettera di ammissione quando fecero la domanda per l’ordinazione oltre che un libro su Artemide Zatti.
Momento di grande applauso è stato dedicato ai due salesiani che hanno celebrato ben 80 anni di professione religiosa (don Luigi Bergamin e sig. Giordano Moresco).

Presentazione della casa Verona don Bosco dopo i lavori di restauro

Terminato il momento dei giubilei si è passati alla visita della casa, dopo i lavori di restauro. 
Per questa occasione è stato presentato anche il libro dei lavori svolti (più di 10 anni di lavori) che sono stati raccolti e spiegati da parte dell’architetto Chinellato (ex allievo dell’Astori e docente ora allo IUSVE). 

Al centro, la celebrazione eucaristica

Momento centrale della giornata è stata la celebrazione eucaristica, presieduta da don Juan Carlos il quale, nel corso dell’omelia, ha ricordato quanto sia importante mettere al centro i giovani nell’annunciare il Vangelo di Gesù: “La Parola di Dio ci chiama ad essere credenti, senza la fede la nostra vita non ha senso. Non siamo chiamati a fare segni straordinari, ma umili e profondi, capaci di riempire il desiderio di pienezza del nostro cuore. Solo Gesù può colmare questo desiderio”. Nel corso dell’omelia ha poi Invitato i salesiani ad essere uomini di Dio. Uomini di preghiera. Uomini che rivelano l’amore di Dio nella concretezza dei gesti. Oltre che ad essere comunità di consacrati, curando una fraternità aperta, che coinvolge i giovani e condivide l’azione salesiana.