30/03/2023

Ricordo di don Arturo Bergamasco

RICORDO DI DON ARTURO BERGAMASCO
a cura di mons. Tito Solari e Antonio Dall’Arche

Cobija, 10.03.23 
Rev.mo Ispettore 
Don Igino Biffi 
Mestre (Venezia)

Reverendissimo don Igino,
il suo invito a mandarle l’omelia della messa funebre di Don Arturo Bergamasco mi ha permesso di cogliere la sua grande sensibilità verso i confratelli missionari e, son certo, anche il suo impegno di mantenere vivo lo spirito missionario in tutte le comunità.
La nostra Ispettoria, animata dallo spirito del Concilio, durante il Capitolo del 1972 ha voluto aprire nuove strade per le missioni, creando la formula del gemellaggio. Così sono nate: per l’America Latina la missione di San Carlos, per l’Africa la missione di Madagascar, per l’Europa del Est la missione di Mosca...
Fa parte della nostra storia salesiana andare per il mondo ad annunciare il vangelo. Quanti missionari son partiti dal Veneto!
Il P. Arturo è uno di questi. Partito da Pordenone nel 1988 è arrivato a San Carlos sulle piste di don Ermanno Nigris, don Tarciso Del Fabbro, don Giuseppe Valente, don Giorgio Milan, don Gino Roccaro, don Tito Solari, don Aquilino Libralon e Severino Sbardellotto.
Don Bergamasco si è occupato fin dagli inizi degli Yapacanì, il centro più importante della parrocchia di San Carlos. La popolazione nel 1974 era di 3.200 abitanti, quando è arrivato don Arturo ne aveva già 8.500, adesso si stima che sia di 55.000.
Per rispondere a una sfida così grande e complessa è stato aiutato da tre comunità di Suore, da professori di religione, da un bel numero di catechisti. Però la sua presenza si è fatta sentire soprattutto attraverso la radio e la televisione. Sulla pista di don Aquilino che nel ’80 aveva messo su la radio, si è lanciato nell’impresa di costruire un vero centro di comunicazione con la radio e la Televisione. Questo mezzo ha marcato il suo servizio pastorale. La voce e l’immagine del P. Arturo è stata presente in tutte le famiglie per trent’anni. La gente lo seguiva e lui camminava con la gente tutti i giorni, sino alla “buona notte” salesiana..
Yapacanì poi è sempre stato un centro importante politicamente. Padre Arturo era cosciente di questo e sapeva essere presente con lo spirito del Vangelo. Non c’è dubbio che la sua parola, era quella che veniva dal suo cuore di pastore e padre e sottolineava i valori della solidarietà, della concordia e del perdono. Però non sempre è stata accettata, anzi qualche volta combattuta apertamente, quando toccava temi di giustizia e di verità. Per questo è stato attaccato più volte e per due volte ha sofferto la distruzione della radio e della televisione.
Oltre all’impegno dell’annunzio e della denuncia, P. Arturo è stato apprezzato e amato per le opere della carità. Ha aperto un centro per anziani, che sosteneva con una catena di benefattori, ed ha promosso l’appoggio a centinaia di famiglie, aiutandole a pagare gli utili scolastici dei loro figli.
Don Arturo Bergamasco ha lavorato per 35 anni in una zona della Parrocchia (Yapacani) molto problematica    e coinvolta    in eventi politici e    sociali drammatici. Lui,    in questo contesto con il suo buon criterio, con la parola amabile sapeva stemperare le tensioni e mediare tra gruppi contrapposti. La sua attivita’ pastorale trovava il suo punto di partenza e di arrivo nella Eucarestia alla quale invitava costantemente e facilitava le Celebrazioni nelle varie Comunita’ sparse nella zona.
Come accennato sopra da mons.Tito, P. Arturo aveva a cuore la pastorale della famiglia, sempre attento ai problemi concreti dei nuclei familiari spesso fragili e destrutturati. Per questo da anni aveva coinvolto una Ong del Canada’ (Chalice) che ha come finalita’ la promozione integrale della famiglia attendendo non solo alle necessita’ materiali ma curando l’aspetto educativo e formativo degli stessi nuclei, che attualmente sono vari centinaia.
La sua attenzione era anche per la gioventu’ in particolare quella che non poteva accedere alla formazione scolastica superiore e da anni in collaborazione con il Comune aveva avviato, e funziona tutt’ora, un ‘internado’ (convitto) in Yapacani per i ragazzi delle zone periferiche della provincia Ichilo.
Infine, non potendo elencare tutte le varie promozioni e iniziative  si sottolinea nuovamente la sua sensibilità per gli anziani che lo portò a organizzare una mensa: ‘comedor de ancianos’ per anziani soli e in condizione economiche precarie (molti di essi non accedono ai benefici pensionistici della terza età) garantendo un pasto abbondante e salutare.
A queste note aggiungiamo la testimonianza del suo grande amico, don Ermanno Nigris:
‘Del p.Arturo il ricordo è bello e tanto caro, basato sulla testimonianza della sua bontà: mai l’ho visto o ascoltato indignato o parlare male di qualcuno.
Ci siamo conosciuti nel 1952: io ero al mio secondo anno di tirocinio nel Collegio salesiano ‘San Luigi’ di Gorizia con l’incarico degli interni più giovani e con il compito di insegnare matematica nella Scuola Media; lui era un giovane volontario che si manteneva con il lavoro nel Collegio e che aspirava a farsi salesiano. Siamo vissuti insieme due anni.
Dopo di questa esperienza ci siamo incontrati nel 1971 quando fui nominato parroco della Parrocchia salesiana di Pordenone: lui era cappellano ormai da alcuni anni e devo dire che ho appreso da lui a fare il parroco..., con la visita alle famiglie, ai malati, le sante Messe Parrocchiali; era inoltre direttore dell’Oratorio e promotore di un bel coro di cantori, la ‘corale’, famosa in tutta la citta’. Abbiamo lavorato assieme 7 anni e negli ultimi tempi ho ottenuto risposta alla mia richiesta di andare in Missione. In quella circostanza lui mi disse: ‘ Per me la missione e’ qui ‘ e io gli risposi: ‘ E tu fermati....io me ne vado’; sapevo che la Parrocchia stava in buone mani.
Dieci anni dopo però arrivò anche lui qui a San Carlos e io gli chiesi il perchè. E lui mi disse che rimaneva impressionato dalle lettere che scrivevo, che pensava alla Parrocchia di Pordenone che tanto amava la missione e...che gli era sorto il desiderio dell’esperienza missionaria.
Siamo vissuti a lato, collaborando, aiutandoci secondo lo stile bello della nostra Comunità e inoltre l’ho avuto come padre confessore sette anni ricordando sempre di lui il motto base: ‘Ricordati che Dio ti conosce, ti ama, sa che gli vuoi bene e ti perdona’.
Questo e’ p. Arturo per me: il segno della Bontà di Dio, predicata, praticata, unita a un costante e sacrificato lavoro, sereno anche se duro, visitando le comunità lontane da Yapacani.
La presenza di Gesù Maestro era evidente il lui nella bontà, nella semplicità e ottimismo. Direi che sentiva Maria Ausiliatrice a suo lato per invocarLa e imparare da Lei la umiltà e la bontà.
Lo tenga Dio nella gloria e, come noi lo ricordiamo e preghiamo per lui, lui preghi per me e per tutti noi confratelli e parrocchiani suoi.’
Per concludere....la partecipazione numerosa, composta e devota, di parrocchiani e amici durante la lunga veglia e il saluto finale stanno a dimostrare quanto lo amavano e continuano ad amarlo.

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