21/11/2023

Sig. Giordano Moresco

OMELIA AL FUNERALE DEL SIG. MORESCO GIORDANO

Mestre, 25 novembre 2023

“Dio non è dei morti, ma dei viventi” (Lc 20,40) Il vangelo di oggi (Lc 20,27-40) ci ripropone con forza le parole di Gesù sulla resurrezione dei nostri corpi così come lo sarà per il suo dopo il dono totale di sé sulla croce. Gesù infatti proclama che: “quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e poiché sono figli della resurrezione, sono figli di Dio.” Questi nostri fratelli, che appunto sono sottratti per un momento ai nostri sguardi, hanno il merito di ripresentare alla nostra coscienza di credenti questa chiara speranza nella resurrezione dei corpi. Un altro merito possiamo assegnare loro: sono una splendida testimonianza di un percorso di vita portato a pieno compimento nel suo disegno completo, ci manifestano ancora una volta il meraviglioso progetto di Dio Creatore sulla vita di ogni uomo. Una vita che possiamo descrivere come un cerchio completo il cui inizio è in Dio e che poi termina ancora sempre in Dio e non importa se a 9 o a 98 anni. Ed ancora essi ci ricordano che è in questo percorso che si gioca tutta la vita umana, una vita che per tutti è chiamata a fare continuamente un cambio di piano partendo da quello che potremmo dire semplicemente umano a quello soprannaturale che è cioè quello di diventare “uguali agli angeli”, “figli di Dio”, “figli della resurrezione” come ci conferma il vangelo di oggi. Tutto queste realtà profonde sul significato ultimo della vita ci ricorda la partenza del nostro carissimo confratello signor Giordano Moresco con la sua esistenza luminosa e lineare di cui, ora si è chiuso compiutamente il cerchio. Nella sua vita di cristiano e di consacrato vediamo realizzate le quattro promesse di Gesù per coloro che seguono fedelmente la sua via e quindi sono “giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti” e queste quattro promesse sono: non possono più morire, sono uguali agli angeli, sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Giordano infatti ha sentito la chiamata del Signore a seguirlo sulla strada della vita religiosa salesiana ed ha risposto con generosità spostano i sui progetti umani per mettere unicamente Dio al primo posto come ci è dato percepire dal suo percorso biografico. Giordano Moresco infatti nasce a Mure di Molvena (VI) il 12 maggio 1925 da papà Matteo e mamma Serena Tolfo. Riceve il sacramento del battesimo a Mure il 17 maggio, e la cresima il 23 agosto 1933. In paese frequenta le scuole elementari e poi, dopo alcune esperienze di lavoro, lo troviamo a 15 anni, nell’ottobre 1940, all’Istituto Salesiano don Bosco di Verona dove svolge il compito di addetto al forno per la preparazione del pane. Il suo apporto come fornaio in questo periodo ed in quello seguente di guerra e di fame è determinante per sfamare ragazzi e salesiani, come tanti ricordavano riconoscenti. 2 In quei due anni di permanenza nella casa salesiana, Giordano sente la chiamata a seguire il Signore sulle orme di don Bosco, si rende conto che quella è proprio la sua strada, e nel maggio 1942 presenta al direttore la domanda per farsi salesiano. La domanda è accolta e Giordano inizia l’anno di Noviziato ad Este (Pd) il 14 agosto 1942 che conclude con la prima professione dei voti l’anno seguente. La prima obbedienza lo destina nuovamente a Verona presso l’istituto don Bosco, dove rimarrà per vent’anni (1943-63) prima di migrare assieme ai primi confratelli che andranno a fondare la nuova scuola professionale San Zeno in via Minzoni, dove rimane per altri tre anni. Intanto il sig. Moresco, come tutti lo hanno sempre chiamato, si era formato nel settore della meccanica, e da factotum diventa magazziniere, assistente di laboratorio e maestro meccanico. Per questa acquisita ultima professionalità nel 1966 lo troviamo a Belluno ove era stata aperta la nuova scuola professionale di meccanica e motoristica presso l’istituto Agosti. D’estate è con i ragazzi nella casa alpina di Santa Fosca (Bl) in mezzo alle Dolomiti bellunesi. Lì si appassiona della montagna e arrischia pure qualche scalata, seppur semplice, in parete, su cui accompagna anche ragazzi, come sulla Marmolada e sul Becco di Mezzodì, che come narrava con nostalgia, aveva scalato almeno dieci volte. Poi l’obbedienza lo porta nuovamente ad Este, e poi al San Zeno ove la scuola professionale si stava ingrandendo. Qui continua la sua missione salesiana come insegnante nei laboratori di meccanica e nel disegno tecnico per più di altri vent’anni. Negli anni seguenti il sig. Giordano sembra fare la spola tra il S. Zeno di Verona e l’Agosti di Belluno, rientra infatti per tre anni nell’amata Belluno nel 1990 per ritornarvi definitivamente dal 1998-2018, come manutentore e factotum. Così fino a quando la salute e i seri problemi al cuore non consiglieranno il suo trasferimento in Casa Zatti a Mestre, dove trascorre gli ultimi cinque anni, fino al momento in cui, nella festa della Madonna della Salute, Ella viene a prenderlo per mano ed accompagnarlo ad incontrare il Suo Figlio nella festa senza fine, al termine di una lunga e serena esistenza al seguito di Don Bosco. TRATTI CARATTERISTICI Nel sig. Giordano possiamo veramente trovare una genuina espressione della vocazione religiosa salesiana laicale, così come don Bosco la pensava per i suoi coadiutori salesiani: religiosi consacrati sì, ma laici in maniche di camicia, che sanno sporcarsi le mani in mezzo alle macchine utensili e ai più vari settori professionali per educare ed insegnare un mestiere ai giovani e preparare così, per il loro domani, una buona e gratificante dignità lavorativa, condizione importante per “essere felici nel tempo e nell’eternità” come ripeteva spesso d. Bosco. Una risposta alla vocazione salesiana, la sua, che si è concretizzata appunto in una vita di lavoro educativo assiduo a favore dei giovani, in particolare i più bisognosi di aiuto che trovano in lui l’amore di un padre e per tanti la confidenza di un amico. Anche quando non era più diretto responsabile, durante le ricreazioni lo si vedeva sempre in cortile con i ragazzi ed i bambini a ridere e scherzare o riparare giochi. Una vita di consacrazione religiosa la sua, sempre trasparente e limpida senza compromessi o cali di livello e con un accentuato amore a don Bosco sentito come padre 3 La sua vita di preghiera personale e comunitaria era semplice, ma sentita e sempre fedele e puntuale negli orari; manifestava poi una particolare devozione a Maria Ausiliatrice che amava invocare anche con il rosario quotidiano. Del sig. Moresco, nei salesiani che lo hanno conosciuto, rimane il ricordo di un confratello “dalle mani d’oro” e dal cuore generoso. Così lo ricorda un confratello giunto giovanissimo al S. Zeno. Ho conosciuto il signor Giordano al San Zeno, anni 1989 in poi, dopo il noviziato. Della sua vita mi è rimasto in mente, direi meglio nel cuore, la sua esperienza di insegnante. Lo zelo che aveva per il reparto dove appunto era istruttore: torneria primo anno. Sì, quanti pomeriggi anche della domenica passava là, fra i torni da sistemate, lubrificare, pulire, mettere in ordine, ecc Mi domandavo, io appena arrivato dal noviziato, alle prime armi, perché facesse questo. Era la passione che aveva per insegnare, in quel reparto. Le macchine seppur vecchie, le sistemava, le teneva efficienti, spendeva certo così il suo tempo, ma per un bene più grande, proprio per la finalità che esse avevano: anche da quelle macchine passava quell’educazione che voleva don Bosco per i giovani affidati a lui. Questa responsabilità ha vissuto e dimostrata con dedizione, come il servo buono e fedele del vangelo. Grazie signor Giordano per l’esempio che mi hai dato, e che custodisco nel cuore. (Corrado Camparmò - Chisinau) C’è chi lo ricorda poi anche come autista dei pullman del collegio Manfredini ad Este e vicinanze o quando inoltre portava in gita i ragazzi nella colonia estiva di Gosaldo come ci ricorda questa testimonianza. Con Giordano ho vissuto vari momenti della mia vita salesiana. Negli anni '70 ero chierico ad Este. D' estate si andava a Gosaldo (Bl) e lui, anche se apparteneva allora all’istituto S. Zeno, veniva nei mesi di luglio ed agosto per guidare la corriera nelle varie gite con i ragazzi. Era davvero bello vedere Giordano prima autista e subito dopo guida alpina! E così ci ha guidato alla Marmolada, al Sass de Stria sul Falzarego, al Piz Boè, ecc... Abbiamo condiviso, anni dopo, anche tanti momenti della nuova scuola professionale a Bardolino, dove - siamo nel1994-‘97 - lui saliva, sempre dal S. Zeno, per insegnare meccanica ai nostri ragazzotti. Ci siamo poi ritrovati a Belluno, dove faceva soprattutto il manutentore. Ricordo la sua passione e la sua bravura nel modellismo anche a Belluno, soprattutto nella costruzione di piccoli aerei, la sua costante presenza in cortile, il suo apprezzamento per il caffè con la grappa… Un carattere il suo non sempre facile, ma buono, generoso e sereno. La Madonna, di cui era sinceramente e in maniera molto semplice ed umana devoto, lo accolga nella pienezza di vita. Don Renato Tasso Grazie alla sua passione per l’aeromodellismo, ha lasciato un particolare ed originale ricordo di sé nelle case alpine oltre che di Gosaldo, anche di Obra (Tn) ed Erbezzo (Vr), Santa Fosca (Bl); e poi anche nella parrocchia S. Domenico Savio a Verona durante le Estati Ragazzi. Se durante i mesi estivi nei soggiorni montani, Moresco si rivelava una guida alpina di valore per i ragazzi, in oratorio come pure in quelle stesse case estive di montagna, si rivelava anche un eccellente maestro di aeromodellismo nella costruzione di alianti di balsa o piccoli aerei a motore. Allestiva un vero laboratorio attrezzato per queste attività che 4 diventavano per lui occasione di formazione per i ragazzi ad essere precisi, pazienti, tenaci, decisi nella realizzazione di un progetto concreto e impegnativo. I ragazzi del gruppo aeromodellismo, poi nella dimostrazione finale, trovata la giusta radura di montagna ed il vento favorevole, lanciavano gli aerei dall’alto e li seguivano volare come piccoli alianti fino a perdita d’occhio e molto spesso perdita anche dell’aereo stesso tra gli alti rami di un qualche lontano ed irraggiungibile abete. Ma la prova costruttiva era positivamente superata. Ecco la testimonianza di exallievi: Ricordo gli aerei alianti e a motore da lui preparati in piccole serie e poi montati dai ragazzi per le settimane a Obra e le passeggiate per i monti della Vallarsa. Una escursione particolare è stata per me quella sul ghiacciaio della Marmolada con ragazzi e con don Valerio Breda prima che fosse nominato vescovo missionario. (d. Mario Baroni) È stato mio insegnante di aggiustaggio e tornio in prima superiore al CFP S. Zeno. L’ho invitato poi per due estati a insegnare aeromodellismo ai ragazzi del Grest a Schio. L’ho sempre visto molto buono con noi ragazzi della scuola e con i bambini del Grest. Paziente e nello stesso tempo competente nel suo lavoro di insegnante di meccanica prima e di aeromodellismo poi. (Mirco M.) Anche quando gli anni erano ormai cresciuti di numero, lo si vedeva comunque spalare la neve, togliere il ghiaccio o tenere pulito il verde della scuola Agosti di Belluno e con la sua falciatrice rasare spesso tutto il grande campo da calcio pur sotto il sole battente, in modo che i ragazzi potessero giocarvi felicemente. Quando nel 2015 in una di queste mansioni si lussò la spalla, venne per qualche mese alla casa Zatti per la riabilitazione. Vi tornò poi definitamente nel settembre del 2018 accompagnato da don Vittorio Bertozzo, che lo ha preceduto di qualche settimana in Paradiso, e dall’affezionato exallievo meccanico di San Gregorio nelle Alpi (Bl) Tony Beraudo con la moglie Anita. Grazie al suo carattere gioviale, anche se riservato e di misurate parole, si inserì presto e con semplicità nella comunità degli anziani. La sua presenza era discreta ma gioviale e sempre serena e sorridente. Recuperò anche la salute quel tanto da renderlo sufficientemente autonomo per tutti questi anni. Quanto godeva il 12 maggio festeggiare i suoi sempre più numerosi compleanni anche con gli affezionati parenti! Il covid all’ inizio 2022 lo aveva molto debilitato, ma grazie alla sua robusta fibra si riprese lentamente ma completamente. Solo in questi ultimi mesi si accentuarono le difficoltà di salute. Ma anche in questi momenti, come sempre in tutta la sua vita, mai una parola di lamento o di insoddisfazione. Diceva, alzando le mani, che voleva accettare la volontà di Dio e lo faceva con grande serenità. Lo riaffidiamo alle mani dell’Eterno Padre che ce lo ha donato sicuri che sarà “degno della vita futura e della resurrezione dei morti” perché autentico “figlio di Dio” e “simile agli angeli”.

Don Cornelio Bugna, già direttore di Casa Zatti, Mestre